La vena artistica, scrive Bruno Scafetta, se genuina e sincera, può solcare nuovi percorsi, ma difficilmente si esaurisce.” Così dalla sua bottega di Portone Panzotto dà vita al Laboratorio ArtiBus assieme a Daniela Madonna. Uno spazio, un’opportunità per bambini, giovani e adulti di condividere la propria passione artistica, sperimentare ed esprimere le proprie emozioni attraverso “i canali dell’arte”.
> leggi l’articolo, undergroundvastese 22 Ottobre 2015
U.V.: Ciao Bruno, raccontaci di te. Quando hai scoperto la pittura ed è iniziato il tuo percorso artistico?
B.S: Sin da ragazzino sono stato attratto da matite, colori e pennelli. Anche grazie allo stimolo ricevuto dai miei due fratelli maggiori, abili disegnatori, amavo rifugiarmi nella magia generata dalle linee e dalle forme sul foglio di carta. La mia mano dava vita a mondi fantastici e riuscivo a realizzare viaggi affascinanti pur restando fermo sulla mia sedia. Dopo gli studi tecnici ho coniugato l’interesse per l’architettura con la pratica della pittura, coltivando uno stile personale che si è evoluto esplorando diversi soggetti e modalità di rappresentazione.
U.V.: Molti ricordano il tuo studio tra i vicoli del centro storico di Vasto, luogo di ricerca artistica, ma anche di confronto ed esposizione dei tuoi lavori. Com’è cambiato il tuo percorso, la tua visione dell’arte da allora?
B.S: Lo studio nei pressi di Portone Panzotto, nascosto tra i vicoli adiacenti alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, per anni è stato il mio luogo di sperimentazione pittorica, ma anche un punto d’incontro con artisti, musicisti, operatori culturali ed amici. Affettuosamente lo chiamavo “bottega”, per quel suo aspetto un po’ rétro in cui i miei quadri modernissimi si ambientavano con disinvoltura. Molti erano i turisti che, avventurandosi tra strette viuzze, scoprivano l’atelier e si fermavano a conoscere la mia arte. Il tempo e le esperienze mi hanno portato ad abbandonare quel piccolo covo di creatività per aprirmi a collaborazioni e ad attività che richiedevano spazi più ampi, ma l’entusiasmo di allora è rimasto immutato. La vena artistica, se genuina e sincera, può solcare nuovi percorsi, ma difficilmente si esaurisce.
U.V.: Filippo Palizzi, Vincenzo Canci, Filandro Lattanzio, a quale tra questi illustri pittori vastesi ti senti più vicino?
B.S: Ciascuno dei citati pittori vastesi, insieme a tanti altri, ha lasciato un’impronta nella formazione del mio immaginario pittorico. Quello cui mi sento più affine, per la luminosità fulminante e la delicatezza cromatica, è probabilmente Vincenzo Canci. Trovo particolarmente interessanti i suoi acquerelli.
U.V.: “Mondo a colori” e poi “Laboratorio ArtiBus”. Due progetti ideati, condivisi e portati avanti assieme a Daniela Madonna, entrambi accomunati dalla passione per l’arte. Com’è nata questa avventura e come si è evoluta nel tempo?
B.S: Quando incontrai Daniela, che oggi è mia moglie, eravamo ambedue animati dall’energia dei vent’anni e avevamo una sana volontà di conoscere e divulgare l’arte contemporanea a partire dal territorio in cui eravamo nati e cresciuti. Sul finire degli anni ’90 cominciammo a coordinare l’organizzazione di mostre per giovani artisti della zona, cercando di coinvolgere visitatori di ogni età e soprattutto bambini e giovanissimi. Da piccoli avremmo desiderato avere uno spazio in cui condividere con i coetanei la gioia di sperimentare il disegno, la pittura ed il modellato. Pensammo di offrire noi stessi una simile opportunità alle nuove generazioni. Nacque, così, il Laboratorio “Mondo a colori”, poi chiamato “ArtiBus”. Oltre a promuovere corsi d’arte in primis per l’infanzia, ma anche per ragazzi ed adulti, il Laboratorio collabora con scuole ed enti territoriali nella realizzazione di progetti artistico-culturali, cura un’originale linea di creazione ceramica e organizza eventi espositivi di rilievo. In queste settimane si stanno riavviando le attività del periodo autunno 2015-primavera 2016, quindi sono a disposizione degli interessati ai corsi per informazioni ed eventuali lezioni di prova.
U.V.: L’esperienza con i bambini è stata ed è ancora molto forte e viva nei vostri laboratori. Guardando dal di fuori, da un occhio adulto, quanto l’arte può aiutare, sostenere, accrescere le potenzialità nella vita di un bambino?
B.S: L’arte è uno strumento privilegiato per l’incremento dell’autostima, per l’acquisizione di competenze trasversali e per lo sviluppo dell’espressività infantile. Esercitarsi nelle varie tecniche artistiche porta inoltre i bambini a conquistare una buona manualità fine, abilità che nell’era del digitale e del virtuale rischia di non essere messa abbastanza a frutto.
U.V.: Nei vostri corsi c’è spazio non solo per i giovanissimi, ma anche per gli adulti con un’offerta formativa diversificata: pittura, ceramica e disegno. Negli adulti che si avvicinano per la prima volta all’esperienza artistica c’è un elemento comune che emerge, un sentimento, un’emozione particolare o perfino un cambiamento?
B.S: Numerose sono le persone adulte che, pur avendo amato da sempre l’esperienza artistica, per vari motivi l’hanno relegata a lungo in un cassetto, come un sogno da rispolverare in un’epoca della vita non ben determinata. Quando finalmente approdano ad un corso specifico, a differenza dei giovanissimi spesso si sentono inibite e un po’ a disagio nel confronto con gli altri. Man mano, però, acquisiscono spensieratezza e si sentono più libere di tradurre le emozioni attraverso i canali dell’arte. Gli adulti hanno una spiccata esigenza di condividere la propria passione creativa, per cui spesso il gruppo di studio lascia emergere affinità e amicizie da coltivare nel tempo.
U.V.: Qual’è secondo voi l’interesse per l’arte nel nostro territorio? Quali i progressi fatti negli ultimi tempi e quali invece le mancanze?
B.S: Le iniziative portate avanti in oltre quindici anni d’impegno in questo settore hanno sempre fatto riscontrare un buon grado di interesse da parte del territorio, soprattutto a livello di partecipazione del pubblico, e delle famiglie in particolare. A livello istituzionale, tuttavia, si può affermare che la realtà locale non si mostra ancora matura nel dare all’arte l’importanza che meriterebbe. La crisi che ha interessato e ancora interessa il nostro Paese è senz’altro un elemento che non favorisce la promozione del discorso artistico, ma spesso c’è anche un problema di miopia nelle scelte degli enti che potrebbero sostenere iniziative in grado di accrescere il benessere dei cittadini. Educare al bello e valorizzarlo in tutte le sue forme dovrebbe essere una priorità, invece spesso si preferisce la scorciatoia del successo legato al consumo dell’effimero, che non lascia tracce.
U.V.: La rassegna d’arte contemporanea “IncontrArti. Le Proposte del Premio Vasto”, giunta alla XIV edizione, è un appuntamento che si rinnova ogni anno attraverso tematiche sempre diverse. In tutti questi anni c’è stata la partecipazione attiva di moltissimi artisti.
Com’è cambiato in quest’ultimo decennio la figura dell’artista e il suo approccio all’arte? Nella vostra esperienza avete notato elementi di continuità, di evoluzione o di rottura dai primi anni del 2000 ad oggi?
B.S: “IncontrArti” è un progetto espositivo che fa da vetrina ai validi artisti emergenti operanti in Italia. Curato dal Laboratorio “ArtiBus” in collaborazione con lo storico “Premio Vasto d’arte contemporanea”, negli anni ha attestato la presenza di autori che hanno ricevuto menzioni e premi importanti, continuando tuttora a progredire in modo tenace e significativo. Dall’inizio del nuovo millennio ad oggi la manifestazione ha acquisito un valore crescente, poiché ha consolidato la propria natura di contesto di libero confronto tra partecipanti selezionati in base alla qualità ed alla coerenza rispetto ai temi di volta in volta proposti. Definire il cambiamento della figura dell’artista nell’ultimo decennio non è semplice; certamente i creativi giocano molto con la provocazione e cercano di stupire con idee originali, ma in generale forse potrebbero impegnarsi di più nel lanciare messaggi positivi e costruttivi alla collettività. Esclusi quanti sono legati alle gallerie ed ai critici che vanno per la maggiore, ci sono moltissimi artisti semisconosciuti che hanno molto da dire e cercano solo la via per farlo. Sarebbe il caso di offrire loro maggiore attenzione.
U.V.: Laboratorio ArtiBus non è dunque solo didattica, ma anche uno spazio espositivo dedicato ogni volta ad artisti diversi. C’è un elemento di unicità che lega la ricerca artistica nella pittura, scultura, fotografia o altro? Un filo, una corrente che lega molti artisti contemporanei nella loro ricerca?
B.S: L’individualismo predominante nella nostra società si riflette anche nell’espressione artistica attuale. Del resto l’egocentrismo e la concentrazione sulle sfide personali hanno da sempre caratterizzato quanti agiscono in questo settore. Esprimersi riguardo a temi comuni di riflessione, dialogare attivamente attraverso le opere ed avere ambiti sereni in cui farlo è pertanto molto importante. Nel suo piccolo il Laboratorio ArtiBus tenta di fornire delle occasioni perché ciò avvenga.
U.V.: Ci sono altri progetti sui cui state lavorando per il futuro?
B.S: L’obiettivo è quello di incrementare l’offerta rivolta ai bambini. Da genitori, io e Daniela siamo ancor più convinti del fatto che il panorama in cui ci muoviamo può essere migliorato a partire dall’attenzione rivolta ai piccoli. Più si creeranno servizi e formazione per loro, più le famiglie ed il sistema comunitario ne beneficeranno. Da poco il Laboratorio ArtiBus propone, ad esempio, i “Compleanni ad arte”: i bambini potranno spegnere le candeline presso l’ampia e attrezzata sede di Via Messina 2, dopo aver partecipato ad un appuntamento di pittura o di modellato dell’argilla. In futuro ci piacerebbe anche fondare un circolo di lettura e illustrazione, strutturare percorsi che coniughino l’arte e l’educazione alimentare, esplorare culture diverse analizzandone la tipicità artistica.